Il progetto “Cinema e Ambiente Avezzano” nasce dalla necessità di promuovere una riflessione critica su tematiche ambientali, legate ai rifiuti, al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile, attraverso l’immediatezza del linguaggio cinematografico.
Unire l’arte all’educazione ambientale significa ripensare il modo di coinvolgere la società sul sostentamento delle risorse del pianeta, nostra prima casa. La metafora artistica è intesa come strumento formidabile per comprendere che la relazione tra Noi e la Terra può essere rivalutata ogni singolo giorno.
Il cinema diventa lo strumento per favorire un dialogo sull’integrazione, sull’inclusione sociale e sull’accoglienza. L’utilizzo della cultura in funzione di prevenzione e contrasto al disagio sociale è ormai un dato accertato sul quale esiste una letteratura sempre più consistente..
“Cinema e Ambiente Avezzano” prevede una serie di iniziative pensate per stimolare le coscienze dei cittadini residenti in zone degradate e culturalmente isolate, al fine di creare un obiettivo comune da raggiungere con l’agire insieme..
L’educazione ambientale rappresenta un mezzo per contribuire all’affermazione del cittadino attivo, consapevole e responsabile sia dal punto di vista scientifico-culturale che dal punto di vista etico-legislativo..
Proponiamo una rassegna cinematografica suddivisa in più giornate in cui si alternerà un concorso per cortometraggi e uno per lungometraggi, con decine e decine di pellicole internazionali incentrate sulla sostenibilità.
L’edizione 2022 sarà accompagnata da una serie di talk tematici, dal titolo “Cinema e Ambiente Green Experience”. Tale panel d’incontri sarà una delle maggiori occasioni di confronto tra l’industria audiovisiva e le tematiche ambientali presente in Italia. L’obiettivo è quello di coltivare e accrescere la consapevolezza delle nuove generazioni - di autori, di produttori e di spettatori - sui temi ambientali.
Intendiamo dotare cittadini fisicamente vicini ma culturalmente distanti di strumenti culturali, conoscitivi e affettivi che li aiutino ad abbattere quelle barriere non troppo invisibili che li separano.
L’ambiente come trait d’union tra culture, età e stati sociali diversi, per insegnare a tutti il saper abitare oltre i limiti della propria casa, insieme.
Tanto più è precario il rapporto tra società e ambiente tanto più fragili sono le relazioni sociali.
Per superare tale gap si vuole creare un coinvolgimento affettivo e creativo al fine di responsabilizzare e coinvolgere i cittadini, di tutte le provenienze e tutte le età, verso l’amore per la propria Terra.
Sarà l’Antropocene il tema della sesta edizione di “Cinema e Ambiente Avezzano”. La parola, composta dai termini greci “uomo” e “recente”, è stata proposta per indicare l'epoca geologica in cui viviamo, dove l’ambiente naturale è fortemente condizionato dagli effetti dell’attività antropica. L’Antropocene è l’indelebile impronta umana sulla terra.
Lo sfruttamento intensivo delle risorse planetarie ha portato l’uomo a plasmare il pianeta seguendo egoisticamente solo i suoi bisogni, sottostimando le conseguenze delle sue azioni nei delicati equilibri del pianeta. La parola stessa Antropocene diventa metafora di un’umanità che sente di essere protagonista assoluta della vita sulla Terra e non parte armonica dell’intero ecosistema. Mi piace pensare alla Pale Blue Dot, fotografia del pianeta Terra scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1, quando si trovava a sei miliardi di chilometri di distanza, ben oltre l'orbita di Nettuno. L'idea di girare la fotocamera della sonda e scattare una foto della Terra dai confini del sistema solare è stata dell'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan. Nel suo celebre discorso Sagan riesce a celebrare e dissacrare, con quella lucidità che solo la scienza sa esprimere: “non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo, […] l’unica casa che abbiamo mai conosciuto”. È un po’ questo il paradigma e il compromesso delle arti dello spettacolo, mettere a sistema e consacrare la nostra vacua follia, la nostra scellerata mancanza di simbiosi col mondo che ci circonda. Siamo in potenza meravigliosi e in atto sensibilmente contraddittori. Con l’augurio di poter osservare e vivere il mondo con la cura e la delicatezza che merita “un granellino solitario nel grande e avvolgente buio cosmico.”
Paolo Santamaria
Art Director
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