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Le criptovalute non fanno bene al pianeta

Il riscaldamento globale, fenomeno senza precedenti che caratterizza il nostro tempo, si prevede avrà effetti catastrofici come, ad esempio, l’innalzamento del livello del mare, l’incremento delle ondate di calore e dei periodi di intensa siccità, delle alluvioni, l’aumento per numero e intensità delle tempeste e degli uragani. Nonostante siano tutti eventi che appartengono al mondo naturale, il riscaldamento globale è un cambiamento climatico causato dall’uomo. L’aumento della temperatura del nostro pianeta, infatti, è determinato non solo dal rilascio di anidride carbonica e di altri gas serra prodotti dall’estrazione e dall’uso dei combustibili fossili ma anche dall’estrazione e dal rilascio di qualcos’altro che mette in pericolo il nostro ecosistema, qualcosa di ancora più impalpabile di un gas serra: i bitcoin e le altre criptovalute.

Una ricerca pubblicata su “Nature / Sustainability”, infatti, ci mette in guardia di fronte all’enorme consumo di energia necessario per “estrarre” e mettere sul mercato queste valute virtuali. Oggi, se il Bitcoin fosse una nazione, sarebbe la quarantesima nazione al mondo per consumo di energia: si piazzerebbe fra l’Austria e il Cile. L’Italia consuma ancora circa quattro volte di più della ”nazione” Bitcoin, ma sta perdendo terreno. Il risultato di un secondo studio pubblicato su “Nature / Climate Change” è che il solo Bitcoin provocherà emissioni di anidride carbonica sufficienti da sole a fare aumentare la temperatura del Pianeta di 2 gradi centigradi entro un periodo compreso fra 11 e 22 anni. Questo avverrà se le criptovalute verranno adottate come sistema di scambio monetario con la stessa rapidità con cui sono state adottate in passato altre innovazioni, come l’elettricità, i frigoriferi, Internet e le carte di credito.

L’unico modo per non buttare nel mare in un colpo solo gli accordi di Parigi e gli sforzi che ogni nazione sta compiendo per limitare il più possibile gli sprechi di energia e l’uso di risorse fossili, sembra proprio quello di lasciare perdere la follia delle criptovalute e usare il meccanismo blockchain, base degli algoritmi di generazione delle criptovalute, per altri scopi più nobili e meno disastrosi per la Terra.

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